24 settembre 1988 – 2° Incontro nazionale dei Comandanti partigiani
Il 24 settembre 1988 a Cuneo, in un clima di altissima tensione morale e alia presenza del Capo dello Stato, si è tenuto il 2° Incontro nazionale dei Comandanti partigiani, promosso dalla Fondazione del Corpo Volontari della Liberia, con la partecipazione delle tre associazioni della Resistenza: Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), Federazione Italiana Associazioni Partigiane (FIAP) e Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL). L’incontro è avvenuto per celebrate il 40° anniversario della Costituzione.
Anche la manifestazione di Cuneo, come il precedente incontro di Bassano del Grappa (22 settembre 1984), ha rispecchiato lo spirito unitario che sostanziò l’attività del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e del Comando generale delle forze partigiane. Senza quello spirito, costantemente tradotto in azione unitaria, non sarebbe stata possibile la lotta armata e il suo naturale sbocco: I’insurrezione; ma neppure sarebbe stato possibile trovare la via per portare a soluzione i grandi problemi istituzionali che già si erano configurati, anche con accentuazioni particolari, nel corso della guerra partigiana.
La Costituzione l’hanno preparata i partigiani. Piero Calamandrei scrisse infatti: “Nelle montagne della guerra partigiana, nelle carceri dove furono torturati, nei campi di concentramento dove furono impiccati, nei deserti o nelle steppe dove caddero combattendo, ovunque un italiano ha sofferto e versato il suo sangue per colpa del fascismo, ivi è nata la nostra Costituzione”.
La Costituzione è nata dal sacrificio e dal valore di migliaia di uomini e donne, dal martirio di città e paesi devastati o distrutti.
Non è un caso, quindi, se il Presidente della Repubblica, che è il garante della Costituzione, ha voluto essere a Cuneo, assistere all’incontro e parlare, come ha detto, “al di fuori degli schemi di un rigido cerimoniale”, affermando che dalla Resistenza – quella che si è espressa nella guerriglia o nei campi di concentramento, tra le file degli internati o nelle unità del risorto Esercito italiano – la Repubblica ha tratto la sua ragione di essere, e la Costituzione la sua caratterizzazione morale, la sua straordinaria concentrazione di valori. Quei valori che il fascismo aveva negato e calpestato, ma non era riuscito a cancellare.