“La Catastrofe”, il video dell’Anpi sull’entrata in guerra dell’Italia
Ottant’anni fa, il 10 giugno del 1940, l’Italia entrava in guerra a fianco della Germania contro l’alleanza anglo-francese. Il famoso discorso di Benito Mussolini dal balcone di Piazza Venezia e le risposte che arrivavano dalla folla inneggiante rappresentano plasticamente la confusione che attanagliava il Paese e la disponibilità (spesso inconsapevole) ad abbracciare un’avventura che tutti speravano sarebbe durata pochi mesi. Durò invece cinque anni, portò lutti e rovine e travolse il regime fascista. L’Italia, grazie alla Resistenza popolare, seppe risollevarsi, ma quella giornata, le premesse storiche e quello che seguì, possono giustamente andare sotto la definizione di “Catastrofe”. Una data poco nota e, soprattutto, poco ricordata nelle nostre scuole.
L’Anpi ha quindi deciso di fornire alla scuola e agli studiosi i materiali storici e documentali per ricostruire gli eventi di quei giorni e la loro genesi. Il punto di partenza doveva essere un convegno a carattere storico che, ovviamente, a causa della pandemia di Covid-19, non si è potuto svolgere. Così l’Associazione Partigiani, alcuni mesi fa, ha deciso di trasformare l’evento in un video (qui il trailer)che comprendesse le principali relazioni previste per il convegno intervallate da momenti di teatro e musicali con attori professionisti e cantanti che eseguissero brani e canzoni del tempo.
Il video (titolo “1940, La Catastrofe”, regia di Vincenzo Calò, durata di 150 minuti, realizzato con la collaborazione l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, l’Istituto Ernesto De Martino, la Fondazione Giuseppe Di Vittorio e con il sostegno operativo del Ministero per i beni e le attività culturali) è stato presentato questa mattina nella sede dell’Anpi nazionale dal presidente Gianfranco Pagliarulo e dal presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, lo storico Paolo Pezzino che è autore di una delle relazioni (quella introduttiva). Gli altri relatori sono: Spartaco Capogreco, Francesco Palaia, Fulvio Poli, Simona Salustri, Jacopo Tomatis. Le conclusioni di Gianfranco Pagliarulo. Nel video recitano: Valerio De Stefani, Martina Di Fazio, Maria Antonia Fama, Vito Tuosto e Benito Truini.
Paolo Pezzino ha ringraziato l’ANPI per aver voluto realizzare l’audiovisivo “in quanto ci troviamo in un periodo in cui si assiste ad un ridimensionamento del fascismo. Permangono poi sacche di nazionalismo che ritengono la guerra non una tragedia bensì dimostrerebbe l’eroismo dei popoli”.
Gianfranco Pagliarulo, ha indicato, nel suo intervento, chi sono i destinatari del video e perché si è scelto di dar vita a questo lavoro narrativo:
“Il video è rivolto innanzitutto ai giovani che sono mediamente privati di una piena conoscenza della storia: attraverso il protocollo che abbiamo stipulato col Ministero dell’Istruzione, cercheremo di proiettarlo in tante scuole d’Italia. Questo video è parte integrante della grande e diffusa operazione di verità storica che abbiamo messo in campo. Viviamo infatti in un tempo imbarazzante in cui con dichiarazioni, fake news sui social, libri di giornalisti che si improvvisano storici, si tenta una riabilitazione postuma del fascismo e una conseguente delegittimazione della Resistenza”.
Dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, è arrivato un messaggio di sostegno all’iniziativa:
“Caro Presidente Pagliarulo, impegni istituzionali non mi consentono di partecipare a questa importante giornata di studio e confronto a 80 anni dall’entrata dell’Italia in guerra. Un momento drammatico per il nostro paese che viene giustamente ricordato oggi per non disperdere la memoria di quei giorni che hanno segnato la nostra storia. Così come è fondamentale non fermarsi mai nel diffondere i valori della Resistenza.
Con l’ANPI siamo impegnati a realizzare il Museo Nazionale della Resistenza di Milano, sui cui stiamo lavorando, e che diventerà un altro luogo di conservazione e di trasmissione della memoria ai giovani. È importante che ci sia un museo nazionale per ricordare alle future generazioni ciò che hanno fatto le nostre madri e i nostri padri per ridare all’Italia la libertà. Mi spiace non essere con voi oggi ma desidero porgere a tutti voi il mio personale saluto e ringraziamento per questo interessante incontro, di cui attendo di conoscere al più presto gli esiti. Affido a queste righe l’augurio di buon lavoro per quello che auspico sia un positivo e fruttuoso momento di confronto culturale”.